lunedì 19 marzo 2012

Manciano: Mamme della primaria all’attacco della dirigente

Scoppia la polemica nel paese della Bassa Maremma. Ad essere sotto attacco, questa volta, è la scuola pubblica primaria. Una vicenda che da una parte vede le lamentele, le critiche e le proteste delle mamme degli alunni, dall'altra l'attuale dirigente scolastica, Anna Maria Carbone. Questa volta riportiamo la voce unanime delle mamme, che descrivono a grandi linee la situazione che stanno vivendo. Le mamme, sostanzialmente, si scagliano compatte contro la dirigente, stufe di non ricevere soluzioni e risposte ai problemi che puntualmente denunciano. “I problemi ogni giorno inondano la scuola come uno tsunami - dicono all’unisono - ma con la dirigente Carbone non riusciamo ad avere né un sano dialogo né una sana collaborazione”. Sono più di una decina, le mamme scontente che si rivolgono al Corriere per segnalare una situazione diventata per loro insostenibile. “La scuola elementare di Manciano - attaccano - è un disastro e il clima di tensione creato ad arte dalla dirigente Carbone è inaccettabile. Non ci ascolta, sottovaluta i problemi didattici ed organizzativi presenti nell’istituto e, invece di venirci incontro, ci attacca ogni qualvolta si presenti l’occasione: incontri singoli, riunioni ecc. E' come vivere un incubo, tra arrabbiature, disagi e continue delusioni. La preside non veicola le informazioni riguardanti le varie progettualità, in essere o in cantiere, e sulla macchina organizzativa, in maniera chiara ed esaustiva. Purtroppo però non ci sono alternative, le altre scuole sono lontane e fuori dal territorio del comune di Manciano, come ad esempio Pitigliano e Pomonte. Sono località difficili da raggiungere perché non sono collegate dal trasporto pubblico locale ed è logisticamente complicato per noi mamme portare i nostri figli a studiare altrove. Lo faremmo volentieri se ce ne fossero le condizioni. Quindi - aggiungono le mamme amareggiate - a noi non resta che ‘bere o "affogare’. I tagli finanziari apportati alla scuola dal Governo e la mancanza delle risorse economiche necessarie di sicuro influiscono negativamente su questa situazione di ‘dissesto’ scolastico. Per il momento cinque, forse sei delle mamme scontente porteranno via i figli dalle scuole elementari mancianesi”. Presto però,se la situazione non migliorerà, il numero delle mamme in fuga potrebbe raddoppiare nel giro di poco tempo. “I nostri ragazzi escono dalla scuola elementare impreparati - denunciano le signore - Per esempio negli scorsi anni, dalla prima alla quarta elementare l’insegnamento dell’Italiano è sempre stato precario e arrangiato. L’insegnante di sostegno non è sempre a disposizione dei ragazzi che ne hanno bisogno. Il bullismo e altre situazioni di questo tipo si verificano ogni giorno e di figure come quella dello psicologo presente a scuola neanche se ne parla. Ci appelliamo a tutte le autorità e le istituzioni competenti, perché qualcuno deve mettere mano a questa situazione. Per lo meno vogliamo essere sostenute ed ascoltate. Il bene e il futuro dei nostri figli - concludono le mamme - è un bene incalcolabile che deve essere tutelato e garantito da chi di dovere”. 

Andrea Teti

mercoledì 28 dicembre 2011

Manciano Tutti contro tutti dopo la bufera Mecarozzi

MANCIANO - Il Comune di Manciano, dopo la caduta dell’ex amministrazione Mecarozzi, prosegue in modalità standby. Il silenzio dopo la tempesta. Il commissario continua a portare avanti le attività di ordinaria amministrazione mentre i vari partiti politici si preparano alla prossima tornata elettorale di primavera. Si vocifera di accordi presi, di accordi saltati ma nessuna notizia può essere confermata ufficialmente. Si parla di “traditi etraditori” o di “vinti e vincitori”. I quatro famosi “epurati” o “dissidenti” momentaneamente sembrano essersi concessi un periodo di ferie. Prima la riunione pubblica organizzata dal Pd, durante la quale sono stati chiariti tutti gli aspetti politici legati in qualche modo alla caduta dell’ex sindaco Mario Mecarozzi, adesso Sinistra Ecologia e Libertà di Manciano che ieri sera ha indetto un incontro pubblico, nella sala conferenze della bibloteca comunale, aperto a tutti i cittadini interessati, durante il quale si è potuto dibattere sul presente e sul futuro politico di Manciano. “Un confronto diretto e continuo con la popolazione - si è detto con Mecarozzi che sta facendo attendere a lungo la sua vera e propria reazione politica e mediatica. Tanto silenzio, un grosso polverone e i mancianesi sono un po’ disorientati. E chiedono alla politica mancianese un rinnovamento della classe dirigente, mettere le persone e il lavoro al centro della politica, comunicazione informazione e trasparenza”. E questi sono gli incredienti con i quali Sel intende condire la propria politica e le note con le quali sembra voler suonare la propria musica. La Lega Nord invece non perde occasione per dire la propria e prendere posizione sulla stampa. Posizioni sempre molto nette e decise nei confronti dei temi trattati nei quali il Carroccio mancianese entra sempre a gamba tesa. Per il momento non resta che attendere le evoluzioni e le reazioni a catena scaturite dopo la caduta dell’amministrazione di Manciano e il conseguente commissariamento. L’amministrazione Mecarozzi detiene un record importante: è l’unica a Manciano che negli ultimi 30 anni, se non di più, non è riuscita a portare a termine il proprio mandato elettorale. Per le novità future non resta che attendere le prossime mosse. 

Andrea Teti

venerdì 23 dicembre 2011

Manciano Assemblea pubblica del Pd: “Ecco perché è caduta la giunta” “Immobilismo dell’ex amministrazione Mecarozzi e diatribe interne personali e politiche hanno portato allo sfascio”

MANCIANO - Il Partito Democratico di Manciano, mercoledì scorso ha indetto e realizzato l'incontro pubblico, con lo scopo di informare i cittadini e chiarire gli aspetti più importanti sulla caduta della Giunta di Mario Mecarozzi. I riflettori sono stati puntati sulle questioni più importanti tra cui l'approvazione del Piano Strutturale, l'immobilismo dell'ex amministrazione Mecarozzi ritenuta non capace di governare la "cosa pubblica", e le diatribe interne personali e politiche che hanno portato all'implosione e allo sfascio di quest'ultima. Il Pd mancianese spiega: "La crisi che, negli ultimi mesi, la maggioranza non ha cercato di risolvere, la sottovalutazione da parte dell'ex sindaco Mecarozzi della tenuta e della governabilità di tutto il territorio, ha portato il nostro partito e tutta la coalizione di minoranza a creare i presupposti per una caduta verticale del Consiglio Comunale. Quando una maggioranza di governo, con ostinazione incomprensibile, sfacciata e arrogante, vuole galleggiare e prolungare con l'attendismo una fine ormai certa arriva il momento delle decisioni politiche forti. Solo per queste cause si può giustificare un atto così rapido e sofferto come quello delle dimissioni dalle cariche consiliari. Ed ancora una volta, dopo aver dato prova di un grande senso di responsabilità politica del nostro gruppo consiliare, si va a ricercare chissà cosa arrampicandosi sugli specchi. I problemi sono invece tutti da ricercarsi nel nascere di questa lista politica nel 2009. L'avevamo detto che non poteva resistere, perché quando si truccano le carte con un civismo che non c'è l'implosione è sicura, è stata solo una questione di tempo. La presa di coscienza e la responsabilità istituzionale dei quattro esponenti del gruppo "Per il nostro Comune" ci ha permesso di ritrovare sintonie politiche sulla trasparenza e l'interesse collettivo delle scelte amministrative. In quest' ultimo periodo, il nostro partito, tutta la coalizione e soprattutto il gruppo consiliare ha sempre dimostrato, in tante occasioni, pur nella poca azione amministrativa della maggioranza guidata da Mecarozzi, con continue e assillanti sollecitazioni politiche la risoluzione dei problemi legati alle politiche territoriali. Questo, e solo questo, ha portato ad un accelerazione dell' approvazione del piano strutturale. Uno strumento che è stato fermo per l'immobilismo dell' ex sindaco Mecarozzi e di tutti i componenti della giunta che avevano le deleghe in materia. Uno strumento di governo del territorio che si poteva approvare, se vi fosse stato un indirizzo politico preciso, entro pochi mesi dal loro insediamento. La discussione in Consiglio ha messo,da più parti, in evidenza questa situazione, ed ancora una volta le risposte politiche sono state non convincenti superficiali e insufficienti. Nell'ultimo Consiglio, in molte votazioni la maggioranza si è trovata minoranza, e nessun esponente della Giunta, ma soprattutto Mecarozzi, ha avuto il coraggio di ammettere che nella discussione delle osservazioni e nella successiva approvazione del piano strutturale la giunta non esisteva più. Ebbene, il risultato che abbiamo ottenuto, con il contributo e il senso di responsabilità dei quattro consiglieri del gruppo "Per il nostro Comune", è stato triplice: gestire le osservazioni con senso di giustizia, di coerenza e di tutela del territorio, approvare il piano strutturale rettificandolo o depurandolo da tutte le modifiche introdotte dalla giunta Mecarozzi negli ultimi mesi,ma soprattutto restituire al territorio e a tutti i cittadini la possibilità,entro breve termine, di poter partecipare alle scelte amministrative ed essere gli artefici di un nuovo modello di governo. Inoltre, come ciliegina sulla torta - ricorda il PD - nel Piano Strutturale è mancata anche l'individuazione della piazzola dell'elisoccorso, che grazie alla nostra osservazione si è potuto colmare questa grande e irresponsabile lacuna”. 

Andrea Teti

giovedì 15 dicembre 2011

Manciano Cade la giunta Mecarozzi Dimissioni dei cinque membri della minoranza e dei quattro di “Per il nostro Comune”

MANCIANO - Colpo di scena o sarebbe meglio dire colpo di grazia. É ufficiale, la giunta comunale del sindaco Mario Mecarozzi non mangerà il panettone. Cade l'amministrazione comunale di Manciano, il consiglio si scioglie e il centro-sinistra festeggia. "Finché c'è la maggioranza resto il sindaco di Manciano, quando la maggioranza non ci sarà più me ne andrò a casa senza nessun problema" queste sono le ultime "parole famose" del sindaco Mecarozzi rilasciate alla stampa nei mesi scorsi. Durante il consiglio comunale fiume di martedì scorso, alle 4.00 del mattino, l'amministrazione guidata dal sindaco Mario Mecarozzi è implosa, dopo che il consiglio comunale ha approvato il Piano Strutturale. Il Piano è stato discusso, votato ed analizzato punto per punto da tutti i membri del consiglio comunale con i supporto e il parere tecnico dell'architetto comunale Fabio Detti. I cinque membri della minoranza, Daniele Pratesi, Marco Galli, Evans Ottavi, Roberto Bonomei e Giuseppe Bozzini insieme ai quattro membri del gruppo di maggioranza "Per il Nostro Comune" Roberto Denei, Giulio Detti, Eleonora Amadii e Serena Bulgarini, hanno dato in blocco le dimissioni subito dopo aver approvato il Piano Strutturale approfittando di una breve pausa. A questa manovra politica messa a punto dalla minoranza in accordo con il gruppo di maggioranza "Per il Nostro Comune" ogni cittadino è libero di dare la propria lettura politica ed esprimere il proprio giudizio personale. Non ci sono gli elementi per poter dare una sola ed oggettiva lettura politica a questa vicenda. Non ci sono indiscrezioni sugli eventuali accordi intercorsi tra il gruppo di minoranza e il gruppo "Per il Nostro Comune". La giunta Mecarozzi colta di sorpresa, ovviamente non si aspettava quest'epilogo, alle ore 4.00 del mattino, non ha potuto fare altro che prendere atto che non ci sono pià le condizioni per poter governare e al segretario comunale è toccato l'ingrato compito di comunicare e ufficializzare la disfatta dell'ormai ex amministrazione mancianese e lo scioglimento del consiglio comunale. I membri della minoranza sono restati comunque all'entrata del consiglio e dopo aver atteso l'intervento del segretario comunale sono rientrati per stringere le mani alla Giunta uscente mentre i membri del gruppo "Per il Nostro Comune" se ne sono andati durante la pausa e non sono più rientrati. La disfatta di un'amministrazione che coincide con la disfatta di un' area politica ben precisa, quella del centro-destra mancinese, che salito al governo di Manciano, dopo sessanta anni di assenza, non riesce a portare fino infondo il proprio mandato. Quindi si dissipa lentamente il polverone che nei mesi scorsi ha avvolto e celato le varie vicende che repentinamente si sono susseguite all'interno del "Palazzo del Potere". Basta pettegolezzi e chiacchiere da bar. I cittadini adesso possono almeno iniziare a fare le proprie riflessioni partendo da due precise certezze. La prima riguarda il Piano Strutturale, finalmente approvato dal Comune di Manciano, anche se con estremo ritardo. Qualcuno dirà "meglio tardi che mai". La seconda certezza è che presto i cittadini del Comune di Manciano saranno chiamati ad eleggere democraticamente la nuova amministrazione comunale di Manciano. Ovviamente tutti si aspettano un imminente periodo di fuoco, durante il quale si scontreranno le varie forze politiche, protagoniste delle ultime importanti vicende mancianesi, con le proprie argomentazioni e le proprie posizioni. Poi le forze politiche presenti e attive sul territorio inizieranno ad intraprendere un percorso lungo e tortuoso, di forma e di sostanze, che terminerà con la presentazione delle liste elettorali che parteciperanno alla prossima tornata elettorale. Ma questi argomenti verranno approfonditi e analizzati successivamente, è ancora troppo presto per poter fare previsioni. 

Andrea Teti

mercoledì 30 novembre 2011

La città e la società sportiva di Montenerano ancora sotto choc per la morte del dirigente Toccante lettera in ricordo di Guido Bernacchi

MANCIANO - Leonardo Vittori, un giovane Mancianese, collega ed amico di Guido Bernacchi, il quarantenne vittima di un tragico incidente stradale avvenuto venerdi scorso, intende omaggiare e ricordare l'amico Guido così. "Dopo un'altra notte passata insonne a causa del rimorso di non essere riuscito a completare, come avrei voluto e dovuto, il discorso fatto al cimitero davanti alla cappella di famiglia al termine del funerale, scrivo queste parole. Dopo l'ingresso di Guido nella cappella familiare, suo padre Giuseppe mi ha chiamato chiedendomi se me la sentivo di dire a tutti i presenti la dedica che avevo scritto la mattina, sulla maglia da calcio e la mia risposta è stata questa. Ci provo Peppe, spero di farcela. Salito su un piano rialzato ho cercato di trovare le parole giuste per iniziare. I primi attimi sono stati difficili, i miei pensieri erano confusi dalle forti emozioni che stavo provando, ma mi è bastato guardare Giuseppe negli occhi e tutto è stato subito chiaro. Non potevo tradirlo ed ho iniziato. La mattina del funerale ho consegnato una maglietta a Guido con questa dedica: "Questa è la maglia della Nazionale Geometri, te la sei meritata perché mi hai concesso l'onore di indossarla e perché, come a volte ricordavi, anche te eri geometra oltre ad essere, come dice tua figlia Lara, l'architetto più bravo del Mondo. Poi ho proseguito leggendo la dedica scritta sulla maglia donata dalla squadra del Montemerano "Al primo e unico Presidente-Giocatore del Montemerano". L'altra dedica siglata da tutta la squadra diceva: "Noi per te siamo stati una seconda famiglia, te per noi, un amico, un compagno, un capitano. Ogni partita sarà la tua partita, ogni vittoria sarà la tua vittoria". Utilizzando le offerte per la lotta contro i tumori e per la polisportiva Montemerano, sarà onorato al meglio Guido e tutta la sua famiglia. Vedendo i bambini del settore giovanile del Manciano Calcio (sponsorizzati dalla sua società dopo la chiusura del settore giovanile di Montemerano, fortemente voluto da Guido) penso a quanto Guido amasse i bambini ed a quanto lui fosse amato da loro. Non era amato solo dai suoi figli Sofia, Lara, Andrea e Alessandro ma anche da tutti gli amici dei suoi figli, che spesso ospitava insieme alla compagna Elisabetta, per farli giocare e divertire a casa sua. Dicono che i bambini siano la bocca della verità ed il fatto che Guido fosse amato da tutti loro dimostra che persona sia stata Guido. Mi ricordo quanta dedizione e volontà è stata messa da Guido e babbo Giuseppe per la realizzazione del nuovo campo sportivo di Montemerano intitolato alla memoria del caro amico Carlo Palazzi. Il mio pensiero ora si rivolge a tutte le persone e ditte che hanno collaborato alla realizzazione dell'impianto sportivo e chiedo loro se fosse possibile realizzare un piccolo campetto di calcio o calcetto a fianco del campo grande per poter farci giocare il settore giovanile, che chiederò ai dirigenti del Montemerano di ripristinare, ed organizzarci dei tornei di calcetto in memoria di Guido. Sono certo che molti di voi si muoveranno in fretta." Leonardo conclude commosso salutando Guido per l'ultima volta:"Continua a progettare e realizzare delle magnifiche strutture come hai fatto qui ed illuminaci la strada per raggiungere gli obiettivi che ci avevi indicato. Grazie di tutto". Siamo certi che le parole di Lonardo siano lo specchio nel quale si riflettono gli animi di tutta la popolazione del Comune di Manciano. Un territorio profondamente ferito dalla tragica scompasa di Guido. 

Andrea Teti 

martedì 25 ottobre 2011

Manciano Un evento per celebrare le tradizioni del paese seguendo il filo conduttore dell’amore “Sposavamus” e la storia di Poggio Murella Le radici della comunità attraverso le foto dei matrimoni

MANCIANO - Poggio Murella, una frazione del Comune di Manciano, torna a far parlare di se riscoprendo la storia, la cultura e le tradizioni del borgo grazie a “Sposavamus”. Un evento ideato e realizzato lo scorso giungo da Antonella Santarelli e Miles Furnel dell’associazione Arcadia Eventi, Miles Furnell, dalla Pro loco locale grazie al contributo del Comune di Manciano e dalla Bcc di Saturnia. Poggio Murella, una piccola frazione di nove borgate, di cui le più caratteristiche e più vecchie sono ‘il Poggetto’ e ‘la Torre’. Un piccolo centro urbano carico però di una grande storia da ricordare e rispolverare anche nel XXI secolo. Dall’alto degli oltre 400 metri sul livello del mare, l’occhio umano può spaziare dal monte Labbro alla Croce dell’Amiata; dalla catena appenninica al faro di Civitavecchia, alle isole dell’Arcipelago Toscano, fino alla Corsica. Un borgo inserito allinterno di una cornice naturale incontaminata unica. Una frazione immersa nel verde della Maremma toscana che sabato ha puntato i riflettori sulle tradizioni tipiche locali. Circa Duecento le persone che hanno preso parte alla cena di Sposavamus. Un fiume di persone che ha invaso le vie del borgo e i ristoranti presenti in zona, dando vita ad una ‘grande festa’. Alla manifestazione hanno partecipato gran parte delle autorità locali, dall’amministrazione comunale di Manciano, quasi al completo, al Presidente dell Bcc di Saturnia Enrico Petrucci. Una serata a base dei prodotti tipici maremmani e di spettacolo: durante la cena alcune ragazze del posto hanno sfilato tra i tavoli dei commensali indossando abiti realizzati dall’artista Bruno Lelli, con del materiale di scarto destinato al riciclaggio. Capi che nulla hanno da invidiare ai migliori abiti dell’alta moda. Un chiaro inno all’ecosostenibilità, al rispetto e alla conservazione dell’ambiente naturale in cui ognuno di noi vive. Al termine della cena è stato proiettato un cortometraggio realizzato e montato da Miles Furnel in cui si riscopre la storia, cultura e le tradizioni di Poggio Murella. Dopo il cortometraggio è stato riproposto ‘Sposavamus’ in versione video o per meglio dire in ‘poggiovisione’. Ecco l’evento realizzato la scorsa estate, in occasione di ‘Vivamus’, riproposto in video da Miles Furnel: con ‘Sposavamus’ si è voluta condividere con il pubblico l’esperienza di sfogliare l’album della propria famiglia, famiglia intesa come la popolazione di Poggio Murella, che attraverso il filo conduttore dei matrimoni, partendo appunto dal 1930 ha ripercorso le tappe della storia degli abitanti di Poggio Murella fino ai giorni nostri, facendo vedere volti scomparsi che hanno però lasciato un segno indelebile nella nostra memoria e soprattutto nelle nostre vite. Sono le radici di una comunità, e ‘Sposavamus’ con una narrazione fotografica e musicale, ha ripercorso le epoche legate alla storia italiana dalla crisi del 1929 al dopoguerra degli anni ‘50, osservando come è avvenuto il passaggio dalla vita contadina alla vita mercantile, per capire che in fondo, nonostante tutto continuiamo a sposarci e a credere nel sentimento dell’amore , che è rimasto immutato nei tempi. Tradizioni di un’epoca passata che mai andrà dimenticata dai Poggiaioli. 

Andrea Teti

lunedì 17 ottobre 2011

Un gruppo di maremmani ha partecipato sabato alla manifestazione degli “Indignati” “A Roma abbiamo visto l’inferno” Diario di una giornata di paura: le violenze dei “black bloc”


“Auto date alle fiamme, vetrine di banche e di gioiellerie devastate, una coltre di fumo densa alimentata dai lacrimogeni e dai cassonetti in fiamme, forti e improvvise esplosioni. Per alcune ore ci siamo ritrovati al centro della guerriglia urbana in piazza San Giovanni alla ricerca di un riparo, una zona franca in cui poter tirare un sospiro di sollievo e placare la paura”. Cosi inizia il racconto di un gruppo di maremmani che sabato scorso hanno partecipato alla manifestazione degli "Indignati" nella capitale. Un gruppo formato da quattro ragazzi poco più che ventenni e altrettanti adulti tra i quaranta e i cinquant’anni, tra i quali il nostro corrispondente mancianese, Andrea Teti. I reduci della giornata di sabato, durante la quale Roma è stato messa a ferro e fuoco da poche centinaia di teppisti provenienti da tutta Europa, meglio conosciuti come i Black Bloc. GROSSETO - La piazza era simbolicamente divisa tra i violenti e noi manifestanti pacifici che per fortuna siamo riusciti a scappare in tempo a gambe levate prima che le forza dell'ordine bloccassero anche l'ultima via di fuga - raccontano i testimoni - carabinieri e poliziotti sono stati presi d'assalto dai black bloc con una pioggia di sassi e sampietrini. Le cariche proseguivano furiose. Noi non sapevamo dove andare e dove rifugiarsi mentre continuavamo a scappare. Abbiamo visto ragazzi incappucciati e vestiti di nero, con il volto coperto preparare sul momento, a pochi metri da noi, le molotov e altri armamenti, altri invece aiutare i compagni feriti prima strappandogli di dosso la ‘divisa’ da black bloc, poi nascondendo le spranghe e il resto, rivestirli con normalissimi abiti e reinserirli tra la folla pacifica che scappava terrorizzata. Insomma distinguere tra loro il poliziotto con il casco e i jeans, il manifestante pacifico e il teppista non era poi cosi semplice. Un corteo pacifico, quello degli Indignati, scesi in piazza solamente per gridare alta la propria rabbia contro un sistema privo di alcuna garanzia. Una manifestazione che nella capitale ha però assunto contorni inquietanti. All’improvviso la violenza Tutto era iniziato in maniera pacifica. Intorno a noi c'erano migliaia e migliaia di persone che manifestavano esibendo cartelli di ogni tipo, striscioni colorati e maschere da carnevale. Giovani, adulti, anziani bambini e disabili insieme. Con il sorriso contro un sistema politico ed economico che suscita indignazione trasversale. Stanno privando i giovani del proprio futuro, ci stanno facendo pagare una crisi di cui non abbiamo colpa, mentre i veri colpevoli continuano ed essere immuni, privilegiati e tutelati. Insomma abbiamo tanti motivi reali per protestare. La manifestazione era iniziata in maniera stupenda, ci stavamo divertendo mentre l'enorme corteo invadeva il centro di Roma di colori vivaci, di bella musica, di persone che stavano esprimendo pacificamente le proprie idee. Purtroppo poche centinaia di delinquenti, di vandali e teppisti irresponsabili hanno rovinato la festa e come siano riusciti a fare tutto questo per noi resta un mistero. Già poco dopo che il corteo aveva mosso i suoi primi passi si è notato che qualcosa non andava. Dopo appena un'ora dalla partenza in piazza dei Cinquecento, all’altezza di via Cavour, ci siamo accorti che ai lati della strada c’erano macchine distrutte, date alle fiamme e già completamente carbonizzate. Vetrine che sembravano essere esplose. In quel momento la folla ha individuato un gruppo di sette o otto black bloc che si erano nascosti in un vicolo per cambiarsi i vestiti e rifornirsi di spranghe e altro. Tutta la folla ha iniziato a offenderli verbalmente in ogni lingua invitandoli ad allontanarsi dalla manifestazione e ad uscire da corteo. Un uomo anziano stava urlando ai teppisti di andarsene è stato aggredito da due di loro che però fortunatamente sono stati respinti e fatti scappare. E questo era solo l'inizio. Abbiamo proseguito in avanti, superato il Colosseo in direzione piazza San Giovanni. Da lì in poi l’inferno. Barricate di cassonetti in fiamme in mezzo agli stradoni, la caserma in via Labicana data alle fiamme. Al nostro passaggio il tetto bruciava ancora ed i Vigili del fuoco cercavano di spegnerlo. Automobili carbonizzate, fumo ovunque. Anche io e gli altri ragazzi siamo stati costretti a coprirci le vie respiratorie con sciarpe e magliette. Nessuno sapeva dirci cosa era accaduto, il punto del corteo in cui ci trovavamo ci ha fortunatamente consentito di evitare lo scontro diretto con quei delinquenti. Sino a quel momento avevamo visto solo i segni del loro passaggio. Per terra rifiuti di ogni tipo e bombe- carta inesplose. A questo punto ci siamo diretti di corsa in via Merulana mentre alcune persone indicavano la strada e la direzione da percorrere. Ci siamo ritrovati a San Giovanni nell’epicentro della guerriglia urbana. Esplosioni, lacrimogeni, blindati che andavano e venivano pieni di celerini. Ragazzi incappucciati feriti o in assetto di guerra, gente normalissima che scappava terrorizzata, noi che fortunatamente, impauriti, con gli occhi gonfi che bruciavano, la bocca coperta da una sciarpa, siamo riusciti ad uscire dalla piazza pochi minuti prima che venisse chiusa con i violenti isolati all'interno. Poi di corsa verso la stazione Termini e poi sul treno dritti verso casa. Mezzo milione di manifestanti pacifici, giustamente indignati, sconfitti da poche centinaia di teppisti e delinquenti di ogni tipo. La nostra sensazione è quella di aver fallito e di aver fatto rispetto al resto del mondo una figura indegna. 

Andrea Teti