MANCIANO - Il presidente di Legambiente Manciano, Andrea Marciani, ha fatto il punto della situazione descrivendo gli sviluppi e i risultati alla fine del dibattito e del confronto "a puntate" a cui hanno partecipato anche i rappresentati della Regione e della Provincia. Il presidente di Legambiente, Marciani ha affermato che "lunedì scorso il circolo ha partecipato all'ultimo dei cinque incontri organizzati dalla giunta di Scansano, per informare i cittadini dei percorsi autorizzativi di una serie di impianti fotovoltaici di tipo industriale in terra agricola, richiesti da diverse aziende agricole e da aziende del settore del fotovoltaico. Gli incontri - ha spiegato il presidente Andrea Marciani - rientravano nella procedura della valutazione ambientale strategica e mirano a dar modo ai comitati ed ai singoli cittadini di Scansano di depositare le osservazioni sugli impatti e sulle ripercussioni degli impianti sul territorio". Andrea Marciani ha detto che "l'estensione complessiva degli impianti fotovoltaici ha subito un progressivo ridimensionamento dagli iniziali 420 ettari ai circa 70 ormai in corso di approvazione. Si sono preferiti gli impianti accorpati in un unico sito nelle vicinanze di Murci, dove pare che la cittadinanza, interpellata nell'incontro dedicato, tenuto nelle scorse settimane, non abbia manifestato alcuna contrarietà. Mentre si sono ritirati tutti gli impianti in località Preselle, dispersi nel territorio e avversati da un comitato di abitanti della zona". Il presidente di Legambiente Manciano ha concluso dicendo che "il nostro circolo ritiene che quella di sostituire la produzione agricola con quella elettrica sia una scelta strategicamente errata".
Andrea Teti
mercoledì 24 novembre 2010
lunedì 22 novembre 2010
Manciano - “Strada franata da 4 anni: ora basta” #Transenne perenni e disagi quotidiani: adesso gli abitanti non ci stanno più. Proteste dei residenti: “Il Comune sistemi via La Malfa”
A Manciano, nel 2006, in via Ugo La Malfa è franata a valle circa mezza carreggiata. I residenti da subito hanno segnalato l’accaduto alle autorità che inizialmente hanno fatto “scarica barile”. L’intervento di ripristino del manto stradale di chi è competenza? Del Comune, della Provincia, dell’Acquedotto del Fiora visto che l’acquedotto passa proprio sotto il tratto di strada franato? I residenti, muovendosi privatamente e rivolgendosi ad alcuni legali, giudici, geometri e altri professionisti, hanno approfondito la questione e hanno scoperto che tocca al Comune di Manciano intervenire e sistemare questa situazione. “Ma nonostante le segnalazioni ancora non è stato preso alcun provvedimento - insorgono i mancianesi - il tratto della via franato è stato messo in sicurezza in modo precario e approssimato. Sui paletti e le transenne arrugginite non sono state poste le luci per avvertire dell’ostacolo presente lungo la carreggiata durante le ore di buio”. Le transenne circoscrivono in parte il tratto franato, alcuni punti sono recintati solamente da una nastro e palletti. Via La Malfa attraversa la zona nuova di Manciano in cui abitano molte famiglie con figli piccoli che giocano nei dintorni, adolescenti che transitano per la via notte e giorno con lo scooter e padri di famiglia che vanno e tornano dal lavoro. Sono passati ormai diversi anni da quando la strada ha ceduto a valle. I residenti preoccupati hanno perso la pazienza, non vogliono più aspettare e chiedono al Comune di intervenire in tempi rapidi. Alcuni residenti dichiarano: “Con il maltempo, durante l’inverno, lo stato di via La Malfa non fa che peggiorare. Abbiamo paura a transitare per quel tratto perché potrebbe cedere ancora, visto che ci sono diverse fratture sul suolo ben visibili. Dobbiamo fare tutto il giro per poter transitare tranquilli verso il centro del paese e questo, noi cittadini che paghiamo puntualmente le tasse, non lo possiamo accettare. Vogliamo che il Comune risolva al più presto questo problema - concludono i residenti - o che perlomeno ci degni di una risposta chiara ed esaustiva. Non stiamo in silenzio ad aspettare che avvenga qualche tragico incidente per poi piangere e cercare i colpevoli. Perché in Italia funziona cosi e noi non vogliamo dare continuità a questo modus operandi”
Andrea Teti#
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